Rocky IV – Quando Ivan Drago mandò in terapia intensiva Stallone

credit immagine: Gage Skidmore.

Rocky IV – Tra curiosità, storia della boxe e politica.

La fortuna di Sylvester Stallone con il suo Rocky nacque grazie all’ispirazione che Sly ebbe durante l’incontro tra il campione dei pesi massimi Mohammad Ali (Apollo Creed) e il dilettante, ma duro da mandare al tappeto Chuck Wepner (Rocky Balboa). Un successo senza confini che ancora oggi non smette di essere in voga.

Cavalcare l’onda del successo

Così come per il primo Rocky, Stallone ha sempre cercato di sviluppare la trama degli altri Rocky nella medesima maniera. Squadra che vince non si cambia insomma. Siamo nel 1985. Gli anni di Reagan presidente degli Stati Uniti e della fortissima tensione con la Russia. Sly nonostante non sia un attore/regista di primissimo ordine, ha sempre avuto un fiuto incredibile nello scovare l’idea giusta al momento giusto. Cavalcando l’onda del periodo politico alquanto critico e pescando dalla storia della boxe un incontro tanto simbolico, quanto drammatico, nacque così Rocky IV.

Joe Luis vs Max Schmeling

L’incontro che sarà frutto di ispirazione per Stallone è niente meno che lo storico match tra Joe Luis e Max Schmeling. Un incontro dal sapore politico, una guerra totale. Siamo nel periodo nazista ed Hitler, cercando di far divenire anche un semplice incontro di boxe una guerra tra nazioni, dichiarò che un ariano non avrebbe mai perso contro un essere di razza inferiore.
Fu così che Joe Luis mette al tappeto il “povero” Schmeling al primo round. Un incontro storico, particolare, che Stallone decide di far suo. Storia della boxe, unita al periodo politico attuale e benvenuto a Rocky IV. Ennesima macchina da soldi firmata Sylvester Stallone.

Un tram chiamato Ivan Drago

Nasce Ivan Drago. Pugile russo, uomo d’acciaio trasformato in macchina da guerra dai “cattivi sovietici”. Assassino senza scrupoli che “ti spiezza in due” e fa uso di steroidi, contro Rocky Balboa, salvatore di una intera nazione tra allenamenti immersi nella natura e cuore oltre l’ostacolo. Un film non facile. Le riprese verranno sospese più volte a causa delle liti tra Dolph Lundgren (Drago) e Carl Weathers (Apollo Creed). Pare infatti che il “Russo” menasse troppo forte anche nella realtà, tanto da mandare Sylvester Stallone in terapia intensiva per 10 giorni.

Al terzo ciak, dopo una raffica di colpi al corpo, ho sentito un bruciore nel petto, ma l’ho ignorato. La notte non riuscivo a respirare bene e mi hanno portato al pronto soccorso. L’ultima cosa che ricordo è il volo dal Canada all’ospedale St. John di Santa Monica e lì sono stato in terapia intensiva per otto giorni. Mi ha colpito così forte nel petto che il mio cuore ha sbattuto contro il mio sterno e ha cominciato a gonfiarsi, il battito è diventato affannoso e senza cure mediche il cuore avrebbe continuato a gonfiarsi fino a fermarsi. Molte persone che hanno incidenti stradali muoiono in questo modo, quando il loro petto sbatte sul volante. Quindi, possiamo affermare che sono stato colpito da “un tram chiamato Drago”.

La critica stroncata

Il film si concluderà con un messaggio di distensione, con l’applauso del finto Gorbaciov e tutto il mondo può cambiare.
La critica lo stroncò. Mai nella storia un film avrà così tante candidature ai Razzie Awards, il festival dei peggiori film dell’anno. Dall’attore protagonista e non, all’attrice protagonista e non protagonista (la moglie di Sly, Brigitte Nielsen). La fortuna di Stallone tuttavia è sempre stata quella di riuscire a creare empatia con il pubblico. Una storia d’amore (e di incassi), che nessun critico cinematografico potrà mai stroncare. Il film sbaraglierà ogni record, incassando 127,8 milioni di dollari (il più prolifico della serie). Le canzoni, le citazioni provenienti dal film riecheggiano ancora oggi nel parlare di tutti giorni. Perché Rocky è uno di noi e non amarlo risulta praticamente impossibile. La canzone simbolo? Heart’s on fire. Ed ora, provate a restare fermi sulla sedia. Se ci riuscite.

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