credit immagine: Marcello Casal Jr/ABr.
Sudafrica 2010 – Se un albero cade nella foresta e nessuno lo sente, fa rumore?
Questo atavico dilemma -mestamente superato dall’invenzione del registratore- non ci farà certo addentrare in disquisizioni filosofiche, ma ci offre lo spunto per chiederci cosa possa considerarsi vero e cosa no.
Se la nostra condotta è diretta conseguenza di un fatto mai avvenuto ma che noi crediamo certamente verificatosi, ecco che il falso si fa vero e l’immaginario reale. E ciò che non è mai esistito finisce per influenzare i nostri pensieri, le nostre convinzioni, la nostra vita.
15 giugno 2010, Ellis Park Stadium, Johannesburg
La Corea del Nord affronta il Brasile all’esordio del mondiale sudafricano e viene battuta per 2-1.
Una sconfitta onorevole, una sconfitta dal profumo di vittoria che convince il governo di Pyongyang a trasmettere in diretta l’incontro successivo, quello contro il Portogallo. Già, perché in Corea del Nord la partita contro il Brasile non è stata fatta vedere in TV. La probabilità di una goleada era troppo alta e il popolo non avrebbe mai potuto assistere ad una débâcle. C’è l’immagine di un Paese invincibile da tutelare. Cose serie, mica il calcio.
21 giugno 2010, Green Point Stadium, Città del Capo
Contro il Portogallo, i tenaci calciatori nordcoreani resistono quasi mezz’ora prima di subire la rete di Meireles. Da lì in poi, però, ne subiranno altre. Troppe altre.
La partita finisce 7-0.
Non in Corea del Nord, però.
Dopo il 4-0 la TV di regime oscura le trasmissioni e solo al termine della gara va in onda un notiziario.
La conduttrice parla chiaro: la Corea è stata sconfitta.
Battuta per 4-0.
Ma non è abbastanza. Non è sufficiente la presenza di Cristiano Ronaldo a giustificare la batosta. Se la Corea del Nord dev’essere eliminata dal mondiale, può accadere solo per mano dei futuri campioni del Mondo. Dei più forti al Mondo.
Onore ai nordcoreani.
29 giugno 2010, Green Point Stadium, Città del Capo
Il Portogallo viene eliminato agli ottavi dalla Spagna e lascia il Mondiale.
Non in Corea del Nord, però.
Lì il derby iberico si risolve a favore dei portoghesi e i ragazzi di Mister Queiroz approdano prima ai quarti e poi in semifinale. E’ sempre la rassicurante voce dell’annunciatrice TV che lo dice. Quindi è così che stanno andando le cose -non v’è dubbio alcuno- anche perché nessun nordcoreano di Corea ha mai visto un solo minuto in più di questo mondiale, a parte la mezz’ora contro il Portogallo. E, a differenza del registratore, internet lì non è che funzioni proprio bene.
11 luglio 2010, FNB Stadium, Johannesburg
Mentre tutto il mondo guarda la Spagna superare in finale l’Olanda, la TV nordcoreana annuncia il trionfo del Portogallo campione del Mondo!
Davvero.
In Corea del Nord Cristiano Ronaldo è un idolo indiscusso. Come nel resto della Terra, ma lì un po’ di più, perché è campione del Mondo! Dopo aver battuto per 4-0 gli idoli di casa.
Questa incredibile storia è venuta alla luce per caso e grazie a Alvaro Leite, dipendente della compagnia aerea di bandiera portoghese TAP, che durante una vacanza in Corea del Nord ascoltava incredulo la sua guida raccontare con entusiasmo la sorprendente cavalcata di Cristiano e i suoi compagni.
You’re on the front line
Everyone’s watching
You know it’s serious
We’re getting closer
This isn’t over