credit immagine: Koen Suyk / Anefo .
Kyalami GP, Gran Premio del Sudafrica, 5 marzo 1977. La più assurda tragedia della storia della Formula Uno. Al 22esimo giro si ferma al lato della strada la Shadow di Renzo Zorzi che inizia a prendere fuoco. Due commissari, in modo incosciente, attraversano immediatamente la pista proprio in un tratto dove c’è un dosso che copre la visuale. Il primo riesce a passare, il secondo purtroppo no. Frederik Jansen van Vuuren, studente olandese di appena 19 anni, muore sul colpo investito ad oltre 250 chilometri orari dall’altra Shadow, guidata dal povero gallese Tom Pryce. Nell’impatto infatti, l’estintore del commissario di gara colpisce in pieno il casco di Tom Pryce e l’ammazza all’istante.
L’evoluzione della safety car
La Shadow dello sfortunato pilota gallese, all’epoca ventottenne, continua senza controllo la sua corsa travolgendo la Ligier di Jacques Laffite, che per fortuna ne esce indenne, e terminando la propria corsa contro le barriere. Da quel tragico Momento la Fédération Internationale de l’automobile (FIA) decide di introdurre la safety car in modo costante (la prima safety car fu introdotta nel 1973 ma era più una medical car). Una sicurezza che ancora oggi vediamo in tutte le gare di Formula Uno. Sono passati ben 42 anni da quell’assurdo incidente che scioccò il mondo dei motori, una ferita che, insieme a quella di Imola 1994, dove persero la vita Ayrton Senna e Roland Ratzenberger, rimane ancora aperta e difficilmente si potrà mai rimarginare.
Un impatto da brividi
Solo per dover di cronaca condividiamo il video dell’impatto, ma se siete tipi impressionabili e deboli di cuore, consigliamo di non vederlo. Per capire chi fosse il commissario di gara investito infatti, dovettero andare per esclusione, facendo l’appello tra i commissari di gara rimasti, viste le condizioni del corpo smembrato del povero Frederik Jansen van Vuuren. Per un Kyalami GP che scriverà una delle pagine più tristi e sconvolgenti della storia della Formula Uno.