Giro d’Italia 2018 – Catania – Caltagirone 191 km Dopo il giorno di riposo che ha permesso alla carovana rosa di lasciare Israele per arrivare in Italia, ecco partire la Quarta Tappa di questo Giro. Una tappa difficoltosa, specialmente a causa delle prelibatezze dolciarie siciliane, vere nemiche dei corridori:
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Il palinsesto torna quello dei vecchi tempi, con Alessandro Fabretti che cerca di districarsi tra grafiche 3D e vento siculo. Stefano Garzelli appare in gran forma e presenta la tappa insieme alla meravigliosa Laura Bacco. Modella, ciclista, what else?
TRIESTE🌹 pic.twitter.com/pCaZWLlzSz
— LAURA BETTO (@bettolaura) June 9, 2017
— LAURA BETTO (@bettolaura) June 11, 2017
La stessa Laura in un report tiene in mano Il Garibaldi, guida esclusiva per conoscere ogni singolo particolare del Giro. La chicca sul perchè chiamasi Garibaldi ed il ricordo del compianto Adriano De Zan, ci riporta in un clima di nostalgia assoluta.
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— Giro d'Italia (@giroditalia) April 20, 2018
Pare infatti che la guida nel 1961 avesse stampato in copertina Garibaldi per ricordare il 100° anniversario dell’unità d’Italia. L’autista di Adriano, nel chiedere a quest’ultimo di passargli il testo, avrebbe esclamato: “Adriano, passami il Garibaldi.” L’espressione rimase impressa nella mente di De Zan che cominciò a chiamarla così. Il resto è storia.
Ma passiamo alla tappa. Tappa nervosa, con tanti sali e scendi, terreno per gli uomini da classiche presenti nel gruppo. Dopo 24 km partono in 5 in fuga: Quentin Jauregui (Ag2r La Mondiale), Marco Frapporti (Androni-Sidermec), Enrico Barbin (Bardiani-CSF), Maxim Belkov (Katusha-Alpecin) e Jacopo Mosca (Wilier-Selle Italia). Il gruppo controlla e il vantaggio non lievita. Le più attive a rincorrere sono la BMC squadra della maglia rosa e la Lotto Soudal che dopo un po’ lascia l’impegno di tirare il gruppo a Ventoso della BMC. Da segnalare una fiammata della UAE Emirates che dopo aver registrato le reazioni del gruppo ritorna nei ranghi, compatta attorno i capitani Fabio Aru e Diego Ulissi. I 5 fuggitivi con un vantaggio che oscilla tra i 2 ed i 3 minuti si contendono i vari traguardi parziali, dandosi cambi regolari fino ai 30 km, quando Barbin e Jaragui si rialzano, lasciando ai restanti 3 la possibilità di tentare il colpaccio. Da segnalare molte forature nel finale, un momento pessimo per fermarsi, visto che in testa al gruppo si alternano molte formazioni. Sotto lo striscione dei 15 km i tre rimasti in avanscoperta si scambiano i complimenti e si salutano dandosi appuntamento alla prossima, venendo ripresi poco dopo da un gruppo ben nutrito, che apparentemente cela calma prima della tempesta sulla salita finale.
A 10 km dal traguardo i primi scatti. Da segnalare un indiavolato Valerio Conti che cerca l’accoppiata tappa/maglia rosa, lontana solo 30”. Una Caduta spezza il gruppo a circa 6 km dall’arrivo, Valerio Conti cerca di resistere davanti ma il gruppo non demorde. Ripreso a 3 km, Conti. Forcing forsennato del gruppo prima dell’ultima salita, in 4 si sganciano, vengono ripresi e parte un lunga volata vinta da Tim Wellens. Uno dei grandi favoriti di giornata che non delude così le attese. Attacchi, fughe, scenari mozzafiato, curve deliziose (e non parliamo di strade) e battaglia nel finale. Tutto questo lo troviamo solo nel meraviglioso film della corsa rosa. Ciak, si Giro.