Franco Scoglio – Ricordi di un burbero ma amabile professore di calcio

credit immagine: sconosciuto – www.akaiaoi.com.

Franco Scoglio e quel ricordo indelebile. Sono passati esattamente 18 anni da quando uno dei personaggi più veri che ci siano mai stati nel nostro calcio ci ha lasciato. Franco Scoglio, liparoto doc, quel maledetto 3 ottobre si accasciò durante una trasmissione televisiva, in diretta, mentre parlava del suo amato Genoa. In un’intervista di poco tempo prima dichiarò:

“Voi mi vedete vecchio e rincoglionito a leggere il giornale al parco? Io no! Morirò parlando del Genoa!”

Il professore e il Genoa: un amore viscerale

L’amore per i rossoblù è sempre stato per il professore incondizionato. Come quando sull’orlo della retrocessione in Serie C, lasciò senza pensarci due volte la nazionale tunisina (nonostante la qualificazione e la possibilità di disputare i successivi Mondiali) per salvare la sua amata squadra dal baratro. Leggeva, studiava, due lauree e quel soprannome: il professore. La sua zona sporca, gli schemi convertiti dal basket e dal rugby, le telefonate alle due di notte per controllare i giocatori. Franco Scoglio era tutto questo e tanto altro ancora. 

Un personaggio fuori dal comune

Tanti gli aneddoti tra il serio ed il comico, tra lo showman e l’allenatore consapevole delle proprie doti, capace di incentrare l’attenzione su di sé lasciando tranquilli giocatori e ambiente.

Ed ancora:

– Alla vigilia di un Messina-Roma di Coppa Italia, con i giocatori in aria di rivolta per dei premi partita mai avuti, inventò di avere gli assegni con sé e promise di darglieli solo in caso di vittoria. Bene, era tutto falso, ma quella partita i siciliani la vinsero 2 a 1.

– “Meglio un cavallo zoppo che un asino sano” rispondeva a chi chiedeva perché giocasse quel giocatore mezzo infortunato.

– Un giorno un giovane acquisto rossoblù si presentò al mister, dichiarando di essere un giocatore polivalente, in grado di poter giocare come centrale di difesa, terzino e perfino da centrocampista offensivo. La sentenza del professore fu lapidaria: “Ragazzo, allora non sai fare un cazzo”.

Diretto, senza peli sulla lingua e dal carattere forte. Tutto questo era il professore. Convinto che i suoi giocatori lo dovessero odiare per rendere al meglio. Son passati 18 anni da quel terribile giorno, sembra ieri. Gli amanti dello sport, chi gli è stato vicino e soprattutto i suoi “bastardi”(come affettuosamente usava chiamare i suoi giocatori) non possono che ricordare con affetto ed un tuffo al cuore quell’istrionico, burbero ma meraviglioso uomo che era Franco Scoglio. Ciao Prof.

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