Franco Baresi – Il capitano
Franchino, Baresi, per tutti Franco Baresi. Carattere schivo, uomo di altri tempi, capitano senza dubbio alcuno del Milan più forte della storia: 3 Coppe dei Campioni, 6 Scudetti, 2 Coppe Intercontinentali 4 Supercoppe italiane, 2 Supercoppe Europee. Fin dall’esordio colpì per maturità e saggezza, doti probabilmente dettate dal crudele destino che colpì la famiglia. Persi i genitori da giovane, i fratelli Baresi, insieme alla sorella Angela, dovettero crescere in fretta. Testa sulle spalle ed un sogno, quello di giocare al calcio. Segue il fratello Beppe, già all’Inter, ma i nerazzurri lo scartarono.
L’inizio della leggenda
1964. La sponda rossonera si accorge di quel ragazzo già leader e decide di puntare su di lui. Nessuno avrebbe mai immaginato che quello sarà il Momento in cui si farà la storia del Milan. Da subito Franco brucia le tappe, raro vedere in un difensore centrale carisma, attenzione sull’uomo e soprattutto quella capacità di uscire palla al piede come un vero regista. 23 Aprile 1978 Nils Liedholm lo lancia in campo contro il Verona e da quel momento comincia l’avventura di Franco Baresi . Una avventura che lo vedrà scendere in campo per 470 volte in serie A, 531 con la maglia del milan.
L’arrivo di Sacchi
Secondo Platone, la ricerca della propria metà è un cammino che ci accompagnerà per tutta la nostra esistenza e non è detto che la si trovi. Bene, calcisticamente parlando, possiamo affermare che Arrigo Sacchi e Franco Baresi, siano riusciti a completare le proprie parti mancanti. Il gioco di Arrigo, fatto di diagonali, distanza tra i reparti, attacchi a triangolo e fuorigioco, veniva esaltato dalla magnificenza di dirigere e dettare i tempi di gioco e movimenti da Franco, che diventerà così la più grande espressione del regista di difesa nel mondo, rivoluzionerà il ruolo di libero, unendo la forza, la veemenza e la qualità delle giocate, ad una visione e lettura di gioco degne del miglior stratega di Risiko.
“Baresi II è dotato di uno stile unico, prepotente, imperioso, talora spietato. Si getta sul pallone come una belva. E se per un caso dannato non lo coglie, salvi il buon Dio chi ne è in possesso!”. – Gianni Brera.
Come dargli torto. Franco era un uomo dai piedi dolci, ma menava di brutto all’occorrenza. La difesa, come una fisarmonica di Castelfidardo, si muoveva in modo armonioso, senza perdere le distanze tra un giocatore e l’altro. Non riuscirà a vincere il Pallone d’Oro, ma lottare con Gullit e Van Basten è dura per tutti.
Il finale di carriera
Nessuno dimenticherà le lacrime al Mondiale del 94′, l’infortunio, il recupero lampo, il rigore sbagliato; emozioni troppo forti, anche per uno come lui. Il giorno del suo ritiro, il 28 Ottobre del 1997 darà l’addio al calcio. il Milan deciderà di ritirare il numero di maglia, i tifosi di conservare il ruolo da capitano nel cassetto del proprio cuore e quella numero 6 non solo non verrà mai più indossata da nessun altro giocatore nella storia del club, ma sarà per sempre il simbolo di uno dei difensori più forti di sempre, sarà per sempre il simbolo del più grande difensore di sempre: Franco Baresi, 6 per sempre.