credit immagine: Hans Jørn Storgaard Andersen.
Danimarca 1992 – Quando gioia e tristezza danno vita ad un qualcosa di irripetibile
Gli Europei hanno sempre dato adito a sorprese, anche e soprattutto grazie ad una formula mutevole e spesso astrusa, ma l’edizione del 1992 è sempre difficile da dimenticare e rimarrà negli annali della storia del calcio per una vittoria forse irripetibile.
I viaggi di Kim
Chi era in una spiaggia assolata, chi a rilassarsi su un campo da golf, chi a casa con la propria famiglia. Quando furono richiamati dalla federazione, qualcuno disse che sarebbe stato meglio restare dov’erano. Perché, inserita dall’UEFA al posto della sanzionata Jugoslavia, la Danimarca in quel campionato europeo di calcio ci sarebbe rimasta poco. Nel girone avrebbe dovuto vedersela con la Francia, l’Inghilterra e i padroni di casa della Svezia. La Svezia vinse clamorosamente contro l’Inghilterra e passò il turno, la Danimarca pure.
Nella rosa biancorossa, il numero 18 era sulle spalle di un baffuto centrocampista del Brondby, Kim Vilfort. Lui, Kim, al termine di ogni partita, prendeva e se ne tornava a casa, in Danimarca, per poi raggiungere nuovamente i compagni alla vigilia dell’incontro successivo.
In semifinale i danesi incontrarono l’Olanda. Dopo il 2-2 dei supplementari si andò ai rigori. Il grande Marco Van Basten sbagliò, il piccolo Vilfort no. Si va in finale.
Kim Vilfort -La finale contro i tedeschi
La partita è sull’ 1-0 per la Danimarca, la Germania preme forte. Mancano dodici minuti, sarà dura resistere per la cenerentola del torneo. Bisogna difendersi, serrare i reparti e Kim non dovrebbe trovarsi sulla trequarti avversaria, in linea con i centrali teutonici. Riceve la palla, Kim, stop di petto a seguire, finta di destro che inganna i difensori e sfera sul sinistro. E’ al limite dell’area e tira. La palla colpisce il palo e danza sulla linea di porta, fino a insaccarsi nell’angolo opposto. E’ il 26 Giugno 1992. La Danimarca è sul tetto d’Europa.
Kim Vilfort, nuovo viaggio verso casa
La Danimarca è Campione d’Europa, ma Kim ha tanta voglia di tornare in Danimarca. C’è una premiazione che lo aspetta e deve rimandare di un po’ la partenza verso casa per raggiungere sua figlia gravemente malata di leucemia. Lui sa bene che la piccola Line, di soli otto anni, non festeggerà un altro compleanno, ma è certo che, almeno per qualche istante, lei avrà un gran bel sorriso stampato sul viso, guardandolo alla televisione alzare la Coppa.