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Carlo Mazzone. Padre calcistico degli più grandi talenti del calcio italiano. Allenatore verace, uomo vero, capace di annusare campioni ed esaltarne le qualità. Chioccia per giovani talenti in erba, psicologo per i taciturni, tattico per chi aveva solo bisogno della giusta collocazione in campo. Adulatore con i campioni che scriveranno pagine importanti del nostro calcio.
8° re di Roma
Uno dei più grandi meriti di Carlo Mazzone non può che essere l’esordio di Francesco Totti con la maglia della Roma. Gestire un ragazzino fuoriclasse è cosa assai ardua, ma Carletto è riuscito a “difenderlo” dalle insidie del mondo esterno, pur esaltandolo all’interno del rettangolo da gioco.
“Ragazzino te che fai qua? Vattene subito negli spogliatoi e non ti azzardare più a venire in conferenza stampa.” Un indispettito Carlo Mazzone nel vedere il giovane Totti mandato in conferenza stampa da un dirigente.
Da li in poi sarà un cammino trionfante. Francesco Totti sposerà Roma e la Roma. Diventerà uno dei più forti giocatori del mondo, ma non dimenticherà mai il suo maestro.
Diventerai un campione
Andrea Pirlo passò per caso da Brescia, forse attratto dalla classe innata di Baggio o semplicemente per riuscire a giocare in modo continuo. Taciturno, a volte troppo, tanto da dover essere spronato. “André e statte zitto, a furia de parlà me stai spaccando la capoccia”. Tecnica sopraffina, visione di gioco, ma troppo compassato per saltare l’uomo sulla trequarti e infondere la sua immensa classe. Carletto, lo guarda, studia e poi arriva alla conclusione: “Andrea non te la prendere ma ti devo cambiare ruolo, farai il playmaker davanti alla difesa”. Un’idea non subito condivisa da tutti – nemmeno dallo stesso Pirlo- ma che successivamente ci regalerà uno dei centrocampisti più forti della storia.
E poi c’è Baggio
Il divin codino arriva da Carlo Mazzone quando è già una star. Pallone d’oro, idolo mondiale e bandiera nazionale di tutto il popolo calcistico italiano. Una fama che per molti, tanti allenatori, è un fardello troppo grosso da spostare. Vuoi per invidia, vuoi per errata convinzione di dover esaltare il proprio modulo rispetto ai singoli o, semplicemente, per una poco arguta visione del giuoco del calcio. Tanti allenatori dicevamo, ma non Mazzone. Roby sa stare in gruppo, è amato dai compagni e Carletto non ha alcun problema a far capire all’universo che, se hai in squadra uno come Roberto Baggio, non puoi trattarlo come un calciatore qualsiasi.
“Di chi è quel cane? Chi ha portato un cane all’allenamento? Ah, è di Baggio? E allora cosa aspettate, dategli un biscottino”
Per Roby sarà un periodo fantastico, spezzato solo dalla mancata convocazione ai Mondiali del 2002. Stagioni indimenticabili dove il duo Baggio-Mazzone scriverà pagine di indelebile bellezza nella storia del nostro calcio.
Un uomo vero
Un allenatore schietto, senza peli sulla lingua. Capace di sfidare un’intera curva, mantenendo fede ad una promessa vichinga. Al di là del tifo, dei colori e della maglia, non si può non amare un uomo come Carlo Mazzone. Fuoriclasse di semplicità che ha saputo scrivere Momenti meravigliosi che porteremo per sempre nei nostri cuori. Grazie Carletto.