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Arsenal – Fiorentina. 27 ottobre 1999. Fase a Gironi di Champions. La cenerentola Fiorentina affronta nel tempio di Wembley i colossi dell’Arsenal. I Gunners di Arsene Wenger sono una squadra forte, piena di stelle. Da Seaman ad Adams, passando per Vieira, Petit, Overmars, Bergkamp e Kanu; senza dimenticare Thierry Henry. Una squadra da paura insomma, ma non quel giorno.
I viola hanno bisogno di una vittoria per sperare di superare il turno, una vittoria che sembra più complicata di una scalata a mani nude sul monte Everest.
Wembley e non Highbury (solitamente la casa dell’Arsenal). Quasi a voler sancire il fatto che i match casalinghi saranno un tabù per tutti. Per tutti, ma non per gli uomini di Trapattoni. Perché quel giorno, un ragazzo di Avellaneda, spaccherà la partita, squarcerà i tabù, le statistiche e la porta di Seaman, proprio come il torrente El Rey divide la sua città con la vicinissima Reconquista.
Lo farà con la forza di un gigante ed il cuore di un leone. di un re leone.
27 ottobre 1999. Gabriel Omar Batistuta espugna Wembley immortalando in un frammento, tutta la magnificenza del suo essere.