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Alessio Scarpi, classe 73 nato a Jesolo, è un ex portiere che tutti gli amanti del calcio, specialmente quello degli anni 90 e prima decade del 2000 conoscono. Buon portiere, agile e reattivo. La sua vita calcistica ha dei colori prettamente dominanti. Il rosso ed il blu. Già, perché Alessio difenderà per parecchi anni la porta del Genoa e quella del Cagliari. E proprio con la maglia dei sardi si regalerà l’intervento più bello della vita.
Un Cagliari tosto
Serie A; stagione 1998/99. Il Cagliari neopromosso sta disputando un grande inizio di campionato. Dopo 10 giornate infatti si ritrova al 6° posto in classifica con 14 punti insieme all’Inter di Gigi Simoni e del Fenomeno Ronaldo. 29 Novembre 98. Nel giorno in cui l’Italia del Volley maschile entra nella leggenda, vincendo per la terza volta consecutiva il Mondiale, in Serie A va in scena l’undicesimo turno, che vede i sardi in trasferta al Friuli contro l’Udinese di Guidolin e del trio Locatelli-Amoroso-Poggi. Partita difficile per Scarpi che davanti a sé troverà classe, velocità, senso del goal ed il futuro capocannoniere della massima serie.
La partita
I padroni di casa attaccano con veemenza e dopo vari tentativi, alcuni ben sventati da Scarpi passano in vantaggio con Jonathan Bachini, bravo a trafiggere i sardi. La gara si accende, Locatelli mostra sprazzi di classe sopraffina ed il Cagliari prova a rispondere con Roberto Muzzi. Proprio il numero 10 friuliano sarà l’involontario protagonista della vicenda.
Un terribile scontro
Siamo al 57° minuto di gioco. Thomas Locatelli si invola verso la porta di Alessio Scarpi. Gianluca Grassadonia, difensore gialloblu ed amico di Scarpi, si immola per fermare il fantasista bianconero. I due si scontreranno e ad avere la peggio sarà proprio Grassadonia che prenderà una violenta ginocchiata in testa e stramazzerà al suolo privo di sensi.
Momenti di terrore
Grassadonia è a terra. Immobile. L’arbitro in un primo momento non si rende conto della gravità della situazione e fa cenno di proseguire il gioco. Alessio Scarpi intuisce immediatamente che qualcosa non va; così lascia sguarnita la propria porta e corre immediatamente in soccorso del compagno. Attimi concitati, infiniti. Il difensore sardo non respira. Lo scontro gli ha provocato un arresto cardio-circolatorio. Per un portiere la prontezza è tutto e saper prendere la decisione giusta in un nano-secondo può far la differenza. Così il giovane Scarpi decide di prendere in mano la situazione, apre la bocca del compagno ed inizia a praticargli la respirazione bocca a bocca, fino all’arrivo del medico sociale dell’Udinese, il dottor Indovina. Dopo un massaggio cardiaco e qualche secondo di paura, Gianluca Grassadonia torna cosciente e lascerà il campo con le proprie gambe.
“lo vidi sdraiato in terra che non respirava, mi sono spaventato e mi venne istintivo fargli la respirazione bocca a bocca. Poi dopo 10 secondi per fortuna venne il dottore. Quell’istante lì mi è venuto istintivo. Non so se poi sia servito a qualcosa, so che oggi sta bene e fa l’allenatore”.
Alessio Scarpi
Salva la vita, mica un goal!
Il dottor Indovina dirà successivamente che la prontezza di Scarpi ha salvato la vita al compagno. Grassadonia non si ricorderà nulla della gara, ma solo del fortissimo dolore alla nuca. La partita si concluderà con il risultato di 2 a 1 per l’Udinese; Amoroso e Tiziano de Patre metteranno il sigillo ad una gara strana, sicuramente segnata da quanto accaduto in quei drammatici minuti. Alessio Scarpi non riuscirà dunque a mantenere inviolata la propria porta, ma senza alcun dubbio quel 29 Novembre del 1998, allo stadio Friuli, eseguirà il salvataggio più importante della sua vita.
“L’intervento fondamentale è il bocca a bocca su Grassadonia che non respira. Salva una vita, mica un goal!”.
La Gazzetta dello Sport assegna il suo primo 10 in pagella nella storia del calcio italiano