90° Minuto – Quella sigla che profuma di goal
Ore 18.00
Sta arrivando! Gli uomini di casa si fiondavano in salone, davanti alla televisione. Nonno, papà e zii sul divano, il cugino più grande otteneva la sedia e noi più piccoli rigorosamente a gambe incrociate sul pavimento. Ecco la sigla; quella musichetta che ancor oggi nel risentirla, produce al mio incoscio quella voglia di goal. Noi piccoli canticchiavamo, dai grandi partivano già gli shhh che nemmeno in un match point del Roland Garros. Non vi era ancora la Pay tv (sto invecchiando lo so) e quel programma era il primo ed unico modo per dare un’immagine a quanto sentito alla radio, nella speranza di trovare una spiegazione valida al mio 11 in schedina. Negli anni tanti e bravi storici conduttori si sono alternati: da Paolo Valenti a Fabrizio Maffei, passando per Giampiero Galeazzi, Franco Lauro, fino ai giorni nostri Marco Mazzocchi e Paola Ferrari. Il collegamento, quel montaggio rapido con telecronaca volta a ridare enfasi ad una gara comunque già giocata, come attori di teatro intenti a ridar nuovamente vita ad un grande classico, sprigionavano professionalità in ogni gesto, parola e spiegazione. Finite le immagini salienti, il telecronista terminava il proprio servizio sovrapponendosi allo stadio; un’immagine che per noi piccoli era fornita dalla stessa alta tecnologia vista all’interno di una navicella spaziale.
perché #ToninoCarino da Ascoli era uno di casa ❤️@tutticonvocati #90 #90minuto pic.twitter.com/xae3ba9ceq
— max 888 (@max888ant) June 10, 2018
Terminati i collegamenti le padrone di casa aprivano la porta del salone in modo perentorio e con voce calma, ma altrettanto ferma, con un imperativo assoluto mettevano fine a quel sodalizio tutto maschile: “usciamo!”.
Nessun posticipo serale o gara delle 18.00; nessun monday night o anticipo del sabato. La settimana di Serie A era tutta racchiusa in quel programma meraviglioso, magico.Da quegli anni molto è cambiato. Le Pay tv, i diritti di visione, il calcio spezzatino ed anche -purtroppo- quel senso di famiglia che vedeva la domenica a pranzo le famiglie riunirsi per trascorrere un piacevole pomeriggio insieme. 90° Minuto è divenuto un programma di contorno, con highlights ormai visti e rivisti all’interno dei nostri tablet, telefonini o abbonamenti Sky. Però stava li, per tutti i nostri nonni abitudinari, per un senso di rispetto a chi ha contribuito a fare la storia della televisione sportiva e -soprattutto- per chi non può permettersi di pagare un abbonamento per vedere le partite live.
I diritti tv
Il caos dei diritti tv di quest’anno è un casino senza eguali. Da Sky a Mediapro, ripassando per la lega, molta è e sarà la confusione che vedrà probabilmente penalizzato il cittadino. La Lega Calcio pare aver stilato un bando che vieti per chi sprovvisto di pacchetti con esclusiva degli highlights, la diffusione delle azioni salienti, fino alle 22.00 della sera. Un bando che di fatto -salvo ripensamenti- porrà fine a 90° Minuto. Perchè troppo spesso non si fa caso alla tradizione, a chi non può permettersi in questi momenti difficili di sborsare 20 euro al mese per godersi il calcio, a chi per una vita la domenica ha atteso quel programma per creare un sodalizio maschile e a chi ha aspettato che finisse per poi passeggiare in riva al mare.
Lo slogan della Lega recita: “il calcio è di chi lo ama” ; bene, ci sentiamo di concludere con il tweet di Ivan Zazzaroni, che forse riesce a chiosare come noi forse non avremmo avuto il coraggio di fare.
https://twitter.com/zazzatweet/status/1005360319462592512